APOLLONIA. Apollonia d’Illiria (Albania). Prospezioni, scavi e studi archeologici franco-albanesi
- Sezione: Antichità
- Responsabile: Stéphane Verger, direttore degli studi dell’École Pratique des Hautes Études, direttore dell’UMR 8546 AOROC
- Rete delle EFE (Écoles françaises all’estero): in collaborazione con l’École française di Atene
Presentazione
La missione franco-albanese di Apollonia d’Illiria studia la storia e la topografia della città greca dalla sua fondazione, avvenuta intorno al 600 a.C., all’inizio dell’epoca bizantina, attraverso un programma di prospezioni geofisiche, scavi stratigrafici e studi del materiale archeologico.
Nel 2018, la missione epigrafica e archeologica franco-albanese di Apollonia d’Illiria ha festeggiato il suo primo quarto di secolo. Fondata nel 1992 da Pierre Cabanes e Neritan Ceka, si basa su un partenariato scientifico che è stato appena rinnovato per quattro anni grazie a un accordo tra l’Istituto archeologico di Tirana, l’UMR 8546-AOrOc (CNRS-ENS-EPHE, Université PSL), l’École française de Rome e l’École française d’Athènes, in collaborazione con l’Institut de recherche en architecture antique (USR 3155). I lavori sono effettuati in coordinamento con il parco archeologico di Apollonia.
Partenariato
Programma comune alle Écoles françaises à l’étranger (EFE): École française d'Athènes e École française de Rome
In collaborazione con:
- l’Istituto archeologico di Tirana
- il Ministère de l'Europe et des Affaires étrangères
Risultati previsti
Il programma quadriennale 2018-2021 prevede il completamento di diverse pubblicazioni sui risultati degli scavi condotti dal 1994 e la ripresa del lavoro sul campo in due settori: quello della porta nord-est e la zona intermedia tra l’agorà ellenistica e il centro monumentale romano.
Tre volumi in preparazione:
- Il primo, riguardante le prospezioni e i sondaggi stratigrafici nella città alta (2004-2008), sta per essere ultimato grazie all’integrazione di studi e rilievi fotogrammetrici dei resti architettonici (coperture e decorazioni lapidee, F. Quantin).
- Il secondo, concernente il settore della casa G e segnatamente la grande condotta di scarico che fiancheggia la casa romana, è concluso per ciò che riguarda i contesti ceramici stratificati (M.-H. Barrière) e il materiale metallico (S. Veseli). Gli ultimi rilievi fotogrammetrici effettuati quest’anno permetteranno la messa a punto del capitolo topografico e architettonico (J.-L. Lamboley, A. Skenderaj).
- Il terzo volume riguarda una serie di contesti stratigrafici omogenei di epoca arcaica e classica portati alla luce nella città alta durante gli scavi del 2010-2014 (S. Verger, S. Shpuza). Si tratta di due terrapieni contenenti una ricca serie ceramica del VI secolo a.C. e del materiale di riempimento di un pozzo che va dal V secolo alla prima metà del IV. Si intende infine documentare gli insiemi ellenistici provenienti dalle stratigrafie che permettono di ipotizzare una datazione archeologica per il grande portico e i monumenti che fiancheggiano i lati nord e ovest dell’agorà della città alta (C. Rocheron).
Sistemazione del deposito:
La campagna è dedicata, d’altro canto, ai lavori preparatori indispensabili per la ripresa delle ricerche sul campo, a cominciare dalla ristrutturazione della casa degli scavi costruita nel 1996 grazie al finanziamento del Ministero degli affari esteri francese e del governo albanese. Quest’anno, in particolare, verrà completato l’allestimento dei reperti su scaffalature di stoccaggio del materiale archeologico.
Rilievi:
Per ciò che riguarda il lavoro sul campo, era inoltre necessario sostituire il sistema di coordinate locali su cui sono stati basati fino a oggi i rilievi topografici e architettonici con un sistema di coordinate internazionali che permetterà di georeferenziare le vestigia in tutta l’area urbana (Ph. Lenhardt e S. Shpuza). Questa nuova rete sarà utilizzata in particolare per il completamento del modello fotogrammetrico 3D della città antica, iniziato nel 2017 e ultimato quest’anno nelle zone periferiche fino alla necropoli a tumulo.
Parallelamente viene portato avanti il programma di rilievo fotogrammetrico dei monumenti della città alta, a cominciare dalle cortine della fortificazione che circondano la porta nord-est, in vista della ripresa degli scavi in questo settore. Questo lavoro si inserisce nel progetto di studio architettonico e archeologico globale della fortificazione che verrà attuato nei prossimi anni (N. Genis).
Allestimento di un circuito di visite del sito:
Il gruppo collabora infine al rinnovamento del circuito di visita del sito con il rifacimento dei pannelli esplicativi trilingue, nell’ambito di un partenariato con il parco archeologico e l’Ambasciata di Francia in Albania.
Formazione:
Il cantiere ha una vocazione formativa. Quest’anno tre studenti di archeologia all’Università di Tirana hanno preso parte ai lavori e imparato, in particolare, a trattare le ceramiche (dal lavaggio alla registrazione e al disegno), a smistare e pulire gli strati ceramici dipinti e gli stucchi, a registrare i paramenti di muri antichi nel database ACoR. Sono state inoltre organizzate diverse visite guidate del sito e del museo.
L'équipe
Responsabili del programma
- Stéphane Verger, direttore di studi all’École pratique des hautes études, direttore dell’UMR 8546-AOrOc (CNRS-ENS-EPHE, Université PSL, Paris)
- Belisa Muka, direttrice del Dipartimento di Antichità dell’Istituto archeologico di Tirana Istituto archeologico di Tirana
Membri statutari dell’équipe
- Jean-Luc Lamboley, professore all’Université Lyon 2, membro senior dell’Institut universitaire de France, UMR 5189-HiSoMA
- François Quantin, professore all’Université Aix-Marseille, direttore dell’USR 3155-IRAA
- Shpresa Gjongecaj, professore all’Istituto archeologico di Tirana, numismatica e già direttrice dell’Istituto
- Saïmir Shpuza, ricercatore all’Istituto archeologico di Tirana
- Altin Skenderaj, ricercatore all’Istituto archeologico di Tirana
- Philippe Lenhardt, architetto all’USR 3155-IRAA
- Nicolas Genis, membro scientifico dell’École française d’Athènes, UMR 5189-HiSoMA
- Lavdosh Jaupaj, dottore di ricerca all’Institut archéologique de Tirana
Partecipanti 2018
- Jean-Baptiste Houal, ingegnere di ricerca al CNRS, UMR 8546-AOrOc
- Marie-Hélène Barrière, assegnista di ricerca, UMR 5189-HiSoMA
- Fabien Bièvre-Perrin, assegnista di ricerca, USR 3155-IRAA
- Cécile Rocheron, assegnista di ricerca, UMR 8546-AOrOc
- Jordan Boucard, dottorando, Université Paris I, UMR 7041-ARSCAN
- Émelyne Dabit-Boudon, dottoranda all’Université di Aix-Marseille, USR 3155-IRAA
- Cédric Jaouën, Master in architettura e archeologia, ENSA Strasburgo
- Linda Papi, dottoranda all’École Pratique des Hautes Etudes, UMR 8546-AOrOc
- Martin Jaillet, allievo all’École normale supérieure
- Mathilde Ferrari, topografia e modellazione 3D all’Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (INRAP)
- Christophe Bailly, assistente ingegnere al CNRS, UMR 8546-AOrOc
- Zef Qitaj, studente all’Università di Tirana
- Daniela Ferko, studentessa all’Università di Tirana
- Elisabeta Mosho, studentessa all’Università di Tirana