DIPLURBAINE. La diplomazia urbana tra il XII e il XVI secolo: reclutamento, costi e tecniche di gestione delle relazioni internazionali (Europa latina, mondo musulmano e bizantino)

  • Sezione: Medioevo
  • Responsabili: Paolo Cammarosano, ex docente e preside della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Trieste; Patrick Gilli, professore, Université Paul Valéry di Montpellier, direttore dell’EA 4583 CEMM (Centre d’études médiévales di Montpellier); Armand Jamme, direttore di ricerca presso il CNRS (UMR 5648 – Lione)

Presentazione

La varietà di tecniche, strumenti e nuove pratiche di governo su cui si è fondato lo sviluppo delle città occidentali, organizzate in comuni con regalia, privilegi o franchigie, ha fatto di esse dei laboratori politici: è a questo livello che sono state lanciate in Europa – spesso a tentoni − innovazioni importanti (fiscalità diretta, selezione dei governanti per elezione ecc.). Quali ragioni, quali obiettivi e persino quale legittimità avevano queste città per svolgere un’azione diplomatica, settore essenziale se non riservato della sovranità? Questi interrogativi non hanno ancora trovato risposta. Ma dal XII al XIV secolo, attorno al bacino del Mediterraneo si sono sviluppate altre culture economiche, religiose e politiche in città la cui evoluzione presenta evidenti convergenze con quella delle città europee. Misurare le particolarità della realtà diplomatica urbana in tutti questi spazi è l’obiettivo del presente programma, che adotta perciò un approccio comparativo e supera i confini troppo rigidi del Medioevo per inglobare la prima modernità, classicamente definita in Europa come l’era di un nuovo paradigma diplomatico, segnato fra l’altro dalla nascita delle ambasciate permanenti.

Tali questioni non sono mai state affrontate in maniera sistematica e comparativa, poiché il recente ritorno di interesse per la storia delle relazioni internazionali ha riguardato solo limitatamente il mondo urbano: lo statuto e il costo della rappresentanza diplomatica sono stati trattati essenzialmente attraverso le ambasciate dei prìncipi e degli stati. Il progetto intende essere innovativo non solo per il focus sul contesto urbano, ma anche per la dimensione geoculturale − un’ottica non priva di rischi vista l’asimmetria delle ricerche e dei ricercatori disponibili per l’Europa e per l’Oriente, cristiani e musulmani.

Parole chiave

Città; diplomazia, ambasciatore; rappresentanza; negoziazione; conflitto; commercio; poteri; sovranità; Bisanzio; Turchi

Partenariato

Calendario delle operazioni

I temi di studio aperti sono cinque:

  1. Norme e statuti del negoziato urbano (Montpellier – 17-18 nov. 2017)
    Il primo incontro, organizzato dal CEMM, ha riguardato lo sviluppo del diritto d’ambasciata. Lo statuto della diplomazia e degli ambasciatori era stato affrontato essenzialmente “dall’alto”, ossia a partire dalle manifestazioni dei poteri dei prìncipi, ma il modo in cui le città gestivano le proprie relazioni esterne non era mai stato oggetto di un’indagine di ampio respiro. In questa prima tappa si è trattato quindi di prendere in considerazione sia l’elaborazione delle norme che definiscono lo statuto giuridico, le facoltà e i poteri dei mandatari, sia gli apporti di una letteratura più o meno erudita che interroga la realtà della rappresentanza, il che, aggiunto alle molteplici frammentazioni istituzionali e associative delle città medievali, ma anche alle tensioni interne e alla competizione tra partiti sviluppatesi al loro interno, ha complicato notevolmente l’analisi storica del diritto d’ambasciata.

  2. Logistica e progetti della diplomazia delle città (Avignone – 8-9 nov. 2018)
    Il secondo incontro, organizzato dal CIHAM, si è focalizzato sull’organizzazione dei negoziati urbani. Si è valorizzato lo studio dei documenti della pratica diplomatica, descrivendo gli arcani della nomina dei rappresentanti delle città, che obbediva a processi decisionali talvolta complessi in cui intervenivano molteplici consigli. Fulcro dell’indagine è stata la mobilitazione degli archivi urbani atti a dimostrare la legittimità delle domande, la produzione di istruzioni consegnate agli oratori, di lettere credenziali e di salvacondotto, così come i rapporti scritti e orali che questi rappresentanti proponevano ai loro mandanti e in cui esponevano con maggiore o minore eleganza i dubbi e i risultati della missione che avevano accettato di svolgere. Tutto ciò ha chiaramente spinto a non trascurare, anzi a tenere in considerazione, gli obiettivi politici delle città, ma sullo sfondo e non come motore di queste pratiche. La sessione ha dunque valorizzato i casi di specie fondati su singoli dossier documentari, mettendo a fuoco questioni relative alla nomina, all’apparato argomentativo degli ambasciatori e alla narrazione dei risultati della loro azione diplomatica.

  3. Tempi e costi della diplomazia urbana (Trieste)

  4. Reti diplomatiche urbane

  5. L'apogeo della diplomazia delle città. L’epoca delle leghe urbane

 

 

Questa pagina è una traduzione dal francese, pubblicata il 20/03/2020.

Programmi europei e nazionali (ERC, ANR)

Laboratoire International Associé (LIA)

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