Vulci: il patrimonio disperso e ritrovato. Dalle ricerche ottocentesche al digitale
Museo delle Antichità Etrusche e Italiche del Polo Museale Sapienza
From 05/26/2022 to 11/26/2022
Vulci: il patrimonio disperso e ritrovato. Dalle ricerche ottocentesche al digitale
Le ragioni di una mostra
Tra le grandi metropoli etrusche, Vulci è forse quella su cui ancora oggi pesano maggiormente le complesse vicende degli scavi, che hanno profondamente condizionato la possibilità di ricostruirne la storia e di apprezzarne adeguatamente il ruolo nel più ampio quadro dell’Italia preromana.
Molti sono i fattori all’origine di questa situazione che affligge la città, tra le più indagate e le meno conosciute dell’Etruria meridionale: se da un lato le convulse ricerche condotte a partire dall’Ottocento con finalità antiquarie hanno determinato la distruzione di numerosi contesti e un’immane dispersione del suo patrimonio archeologico in musei e collezioni di tutto il mondo, dall’altro il saccheggio indiscriminato delle sue necropoli perpetrato dagli scavatori clandestini fin dagli anni ’50 del Novecento, ha continuato, nonostante i tentativi di repressione, a provocare la diaspora sistematica di eccezionali reperti che, decontestualizzati, hanno per sempre perd uto la loro condizione di documenti storici divenendo solo “begli oggetti” destinati ad arricchire raccolte museali o private, soprattutto all’estero. Per queste ragioni, il settore di Etruscologia e antichità italiche del Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza, in collaborazione con l'École française de Rome e con il patrocinio dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, ha organizzato tra febbraio e maggio 2022 il ciclo di incontri Chroniques vulciennes. Séminaire sur l’histoire des fouilles et des collections archéologiques dispersées - Cronache vulcenti. Seminario sulla storia degli scavi e sulle collezioni archeologiche disperse, con l’ obiettivo di affrontare il tema della dispersione del patrimonio archeologico di Vulci, attraverso il recupero della documentazione d'archivio relativa agli scavi condotti nei secoli scorsi nelle necropoli della città, grazie al coinvolgimento di studiosi che sotto diversi aspetti hanno affrontato questo tema.
La mostra Vulci: il patrimonio disperso e ritrovato. Dalle ricerche ottocentesche al digitale, ospitata nel Museo delle Antichità Etrusche e Italiche del Polo Museale Sapienza a partire dal 26 maggio 2022, si pone a coronamento di questo percorso, nell’intento di presentare ad un pubblico vario e diversificato, che include ovviamente gli studenti universitari, le tematiche affrontate durante gli incontri di studio, al fine di sensibilizzare la comunità tutta sul tema cruciale della dispersione del patrimonio archeologico (vulcente e non solo) e condividere le diverse attività di studio, tutela , valorizzazione e comunicazione portate avanti da diversi enti e istituzioni.
Attraverso importanti documenti d'archivio, con l’esposizione di reperti archeologici poco noti frutto di vecchi e nuovi scavi nelle necropoli e nell'area urbana, e con l'ausilio delle più moderne tecnologie digitali di realtà virtuale, il visitatore potrà ripercorrere la travagliata storia delle ricerche archeologiche nella grande città etrusca e avvicinarsi così alle problematiche che deve affrontare chi voglia occuparsi della sua ricostruzione storica e culturale. In un viaggio ideale dagli scavi ottocenteschi ai più recenti e accorti interventi di indagine, la mostra rappresenta anche l’occasione per ricomporre, virtualmente o fisicamente, complessi archeologici smembrati e valorizzare alcuni importanti oggetti e documenti inerenti a Vulci conservati nei Musei delle Antichità Etrusche e Italiche e delle Origini afferenti al Polo Museale Sapienza.
La mostra si articola in 6 sezioni , dalle indagini ottocentesche (Sezione 1 - Gli scavi di Luciano e Alexandrine Bonaparte, Principi di Canino; Sezione 2 - Un Family Business tra gli Etruschi. I Campanari di Toscanella; Sezione 3 - La seconda metà dell’Ottocento: l’attività di Francesco Marcelliani), ai primi interventi ministeriali (Sezione 4 - Tra nascita e decollo del servizio di tutela dei monumenti) e ai numerosi interventi posti in essere ne l corso del Novecento ( Sezione 5 - La seconda metà del Novecento e le difficoltà della tutela. Gli scavi della Soprintendenza in area urbana e gli scavi Hercle nelle necropoli; Tutelare, conoscere, valorizzare. Dall’Istituzione del Museo Nazionale al Parco Archeologico Naturalistico di Vulci), fino ad arrivare all’ultima sezione (Sezione 6 - Vulci nell’era digitale), dedicata alle nuove ricerche che la Duke University sta conducendo nell’area urbana,agli innovativi metodi di indagine adottati nell’ambito del progetto Vulci 3000 e a installazioni di realtà aumentata e virtuale. Specifica attenzione è stata riservata alla presentazione delle modalità più aggiornate di ricerca, di gestione e di fruizione condivisa e open access dei dati. Un nuovo plastico del pianoro di Vulci e delle aree immediatamente adiacenti, realizzato ad hoc grazie alla collaborazione con Saperi&Co di Sapienza Università di Roma, permette di visualizzare, attraverso proiezioni a vari livelli, il paesaggio urbano della città in senso diacronico, dalle prime ricerche (Campanari, Bartoccini) fino agli ultimi sviluppi sul campo (georadar, LIDAR, magnetometria, droni multispettrali), mentre uno schermo interattivo offre la possibilità di consultare i contenuti del sito www.vulcinelmondo.com, un “museo virtuale” in progressivo incremento dei reperti archeologi vulcenti dispersi in collezioni museali italiane e straniere, che consentirà di seguire le diaspore subite dagli oggetti provenienti dai “vecchi scavi”, nel tentativo di ricomporre in unità il patrimonio disperso.
Ci auguriamo che le Cronache vulcenti e la mostra ad esse collegata possano rappresentare un’esperienza- pilota applicabile in futuro ad altri centri dell’Etruria e dell’Italia antica dei quali è urgente e necessario salvaguardare il patrimonio culturale , nella certezza che la disseminazione dei risultati a più livelli sia fondamentale per la sensibilizzazione sul tema della dispersione della memoria e la crescita di consapevolezza delle comunità locali, che molto possono fare divenendo parte attivanei processi di tutela e valorizzazione del patrimonio.
A Marcello Barbanera, che ha presieduto con entusiasmo e competenza la seconda sessione delle Cronache e che, da Presidente del Polo Museale Sapienza, ha accolto con grande interesse e sostenuto con convinzione l’organizzazione della mostra, dedichiamo con affetto questa iniziativa.
Laura Maria Michetti
Direttrice del Museo delle Antichità Etrusche e Italiche
Sapienza Università di Roma
Informazioni pratiche
Indirizzo
Il museo, afferente al Dipartimento di Scienze dell'Antichità, si trova nell'edificio di Lettere e Filosofia della Sapienza Università di Roma, Pz.le Aldo Moro 5, Roma.
Orari di apertura
Lunedì, mercoledì e venerdì, ore 10:00-13:00 e 15:00-18:00
Aperture del mese di novembre:
- Lunedì 7, mercoledì 9, lunedì 14 e mercoledì 16 novembre dalle 14:00 alle 18:00
- Lunedì 21 e mercoledì 23 novembre dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00
L'ingresso è gratuito ma è necessario compilare il modulo di prenotazione →
Contatti del Museo delle Antichità Etrusche e Italiche:
Tel. (+39) 06 4991 3037
museo-etruscoitalico(at)uniroma1.it
Per saperne di piu sul museo →
Nella stampa:
- Le carte di Luciano Bonaparte dal Museo "Claudio Faina" alla Sapienza Università di Roma (OrvietoNews.it, 27/05/2022)
- Le carte di Luciano Bonaparte in mostra a Roma (Corriere dell'Umbria, 30/05/2022)
- Cultura, le carte di Luciano Bonaparte dal Museo “Faina” di Orvieto alla Sapienza (Agenzia di stampa Culture, 27/05/2022)
- "Vulci: il patrimonio disperso e ritrovato. Dalle ricerche ottocentesche al digitale" la mostra al Museo di Antichità Etrusche e Italiche (TusciaUp, 27/05/2022)
- Roma. All’Odeion – museo dell’Arte classica dell’università La Sapienza ultimo appuntamento con il ciclo di incontri "Cronache vulcenti" e inaugurazione mostra "Vulci: il patrimonio disperso e ritrovato. Dalle ricerche ottocentesche al digitale" (Archeologia Voci dal passato, 25/05/2022)