Comunicato - I viaggi filosofici di Averroè, Maimonide e Montaigne
Roma, 29/01/2020
I viaggi filosofici di Averroè, Maimonide e Montaigne
Ciclo di conferenze del professore Ali Benmakhlouf, da febbraio a maggio 2020, a Roma
presso l’Ambasciata di Francia in Italia – Palazzo Farnese, la Fondazione Primoli, l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani e l’Institut français – Centre Saint-Louis.
L’École française de Rome presenta la quarta edizione delle “Lectures méditerranéennes” e invita Ali Benmakhlouf, professore presso l’Université de Paris Est Créteil, per un ciclo di conferenze sul tema dei viaggi filosofici di Averroè, Maimonide e Montaigne.
Iscrizione obbligatoria online per la conferenza a Palazzo Farnese il 13 febbraio 2020 →
Ingresso libero fino ad esaurimento posti per le altre sedi, il 20 febbraio, 22 aprile e 7 maggio 2020.
Tema delle conferenze
I viaggi che seguiremo sono per la maggior parte reali. Ma accade che essi siano immaginari, vissuti come delle esperienze del pensiero o che siano puramente un viaggio di teorie. Sono tre i modi di considerare i viaggi:
- I filosofi come Averroè, Montaigne e Maimonide hanno viaggiato realmente: il primo, da Cordoba a Marrakech; Maimonide, dall’Andalusia a Fez e poi al Cairo Montaigne; da Bordeaux all’Italia. Come descrivono questi viaggi?
- Ci sono anche i viaggi immaginari raccontati come delle utopie o delle ‘robinsonnades’ immaginando un essere umano solo su un’isola e il modo in cui si rapporta con le altre specie (Ibn Tufayl). Fino a che punto le loro esperienze di pensiero ci riguardano?
- Non dimentichiamo infine i viaggi di teorie che sono consustanziali alla formazione dei filosofi in generale: l’ambientamento di Platone e di Aristotele a Cordoba (Averroè, Maimonide); la conoscenza degli Amerindi e quella del loro massacro da parte degli Spagnoli (Montaigne), la messa in pratica del sapere medico e dei principi logici provenienti da Bagdad per un Andaluso (Averroè, Maïmonide).
Contesto
Il bacino del Mediterraneo è altrettanto ricco di esperienze religiose diverse che sono anch’esse legate agli spostamenti. In che modo questi quattro filosofi (Ibn Tufayl, Averroè, Maimonide, Montaigne) si sono espressi a riguardo e in che modo le loro esperienze incontrano questi tre tipi di viaggio.
Programma
Il primo appuntamento su Le monde élargi de Montaigne è giovedì 13 febbraio 2020 alle ore 18.30 all’Ambasciata di Francia in Italia a Palazzo Farnese (ingresso previa iscrizione obbligatoria).
Montaigne è noto per aver fatto un viaggio in Italia. La conferenza partirà da questo viaggio, ma sarà solo il punto di partenza per altri viaggi fatti con il pensiero. Tra il periodo di Pico della Mirandola e quello di Montaigne, una rottura si presenta con la strage degli Amerindi. Il mondo si è allargato. Montaigne scopre molte regioni del mondo che pongono in secondo piano la centralità dell’uomo cristiano: i turchi (presenti in Italia con la battaglia di Lepanto), gli amerindi, i cinesi. Montaigne arriva a dire che ciò che viene chiamato barbaro è ciò che non gli serve. Come siamo passati da una visione metafisica dell'uomo, a metà strada tra Dio e gli animali, a una visione antropologica dove si afferma un umanesimo plurale? Questa è la domanda che animerà questa conferenza.
Per la seconda conferenza Un robinson andalou : la fable d’Ibn Tufayl entre hominisation et humanisation, giovedì 20 febbraio 2020 alle ore 18.00, il pubblico è invitato alla Fondazione Primoli. Basato sulla leggenda del XII secolo di un filosofo autodidatta, solo sulla sua isola, l’incontro cercherà di cogliere i temi che permettono di incrociare l’ominazione (la sopravvivenza della specie) con l'umanizzazione (la vita degli uomini secondo le istituzioni). La leggenda costituirà la base per le questioni attuali del rapporto tra l'uomo e il suo ambiente naturale e sociale.
La terza “lecture” ‘Averroès : quelle transmission méditerranéenne? ci riunirà mercoledì 22 aprile alle ore 18.30, nella sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. Con Ali Benmakhlouf si cercherà di misurare il successo del pensiero di Averroè nell’area del Mediterraneo. Diffusasi rapidamente in lingua latina, il suo pensiero filosofico è stato molto stimolante sia per le università europee (Parigi, Padova, ecc.), sia in occasione di controversie e disaccordi maggiori. L’incontro analizzerà le dimensioni di questa diffusione.
Infine, appuntamento giovedì 7 maggio alle ore 18.30 all’Institut français – Centre Saint-Louis, per la conferenza finale Maïmonide et la culture judéo musulmane, de l’Espagne musulmane à la cour de Saladin, Ali Benmakhlouf partirà dalla filosofia di Maimonide per un viaggio in Spagna, a Fez e poi al Cairo. La sua opera principale, Un segno per i perplessi, è meglio conosciuto con la traduzione La guida per gli smarriti (“Le guide des égarés”). Ma un filosofo non è un direttore di coscienza. È piuttosto animato dalla perplessità (al hayra) di chi riceve una doppia eredità: religiosa e filosofica.
“LECTURES MÉDITERRANÉENNES”
Dal 2016, le “lectures méditerranéennes” organizzate a Roma, hanno visto come protagonisti Mazzarino l’Italiano raccontato dal professore Olivier Poncet (École nationale des Chartes), Un nuovo mondo nel Mediterraneo: l’Islam (VII-X sec.) esplorato dalla professoressa Annliese Nef (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne), e la storia delle Sorelle latine con il professore Andrea Giardina (Scuola Normale Superiore di Pisa).
Queste “letture” intendono sottolineare il ruolo centrale giocato dallo spazio mediterraneo nella costruzione del mondo europeo, come lo traduce l’espressione «culla di civiltà» spesso utilizzata al suo proposito. Da millenni queste ultime si sono succedute forgiando un universo la cui originalità è stata più volte sottolineata.
Si tratta d’interrogare la realtà contemporanea del Mediterraneo al prisma delle diverse scienze sociali. Rivisitare le epoche e i personaggi del passato posando su di loro il nostro sguardo e le nostre domande di uomini e donne del XXI secolo, dare ai grandi interrogativi che attraversano questo inizio del secondo millennio (mobilità, ambiente, religione, territorio, etc.) la profondità della riflessione storica, questa è l’ambizione che guida le “letture”.
Biografia
Ali Benmakhlouf è laureato in filosofia. Attualmente è professore all'Université de Paris Est Créteil (UPEC), presso il dipartimento di Filosofia e Membro Senior dell'Institut Universitaire de France (IUF).
Il filo conduttore della sua ricerca è la logica, la storia e la filosofia della logica. Dopo essersi interessato a Gottlob Frege (1848-1925) e Bertrand Russell (1872-1970), due logici a cui dedicò numerose opere, si propose di ripercorrere la storia della logica araba medievale, ricca di commenti sull'Organon di Aristotele. Ha così portato avanti l'impresa di tradurre le opere logiche di Al Fârâbî (X secolo) e Averroè (XII secolo), autori ai quali ha dedicato anche studi monografici.
La sua attuale specializzazione in filosofia della scienza attraversa la logica e la medicina, sulla base della sua esperienza nel Comitato Consultivo Nazionale di Etica per le Scienze della Vita e della Salute. È inoltre membro corrispondente dell'Accademia Nazionale di Farmacia. Nel 2020 è in residenza presso l’École française de Rome.
Ali Benmakhlouf è autore di Pourquoi lire les philosophes arabes (Albin Michel, 2015). Tra le sue opere recenti, citiamo anche: La conversation comme manière de vivre (Albin Michel, 2016), La force des raisons, logique et médecine (Fayard, 2018), Bioéthique et droits humains (La croisée des chemins Casablanca, 2019).
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