Spazialità e identità in Italia (1796-1943). Definizione e metodologia
Roma, Bibliotheca Hertziana, Via Gregoriana 22
Dal 13/10/2022 al 14/10/2022
Quali sono le qualità attribuite allo spazio, a quello della città, degli edifici, dei musei, nella lenta costituzione di una "identità nazionale" italiana durante l’Ottocento fino agli anni del fascismo? In che modo la spazialità contribuisce a forgiare l'identità? Il dialogo tra storici, storici delle idee politiche, dell'architettura, dell'arte e del diritto mira a dibattere questa questione, muovendosi tra spazialità materiale e immateriale, tra realizzazioni architettoniche e urbanistiche e discorsi sullo spazio. L'ipotesi di partenza è che lo spazio potrebbe restare muto se non viene commentato, spiegato e illustrato, e che le pratiche svolte in questi spazi sono da considerarsi essenziali per conferire loro una funzione identitaria. In un lungo periodo di tempo, durante il quale gli attori dello spazio pubblico e privato operano, conferendo alla spazialità obiettivi diversi (educare, celebrare, monitorare, reprimere), molti spazi urbani italiani si profilano come casi studio contrastanti; ne sono anche esempio i luoghi di confine o coloniali, o ancora quelli di spostamento (stazioni ferroviarie o marittime). In che modo i linguaggi, le architetture, i discorsi che li commentano e le pratiche che vi si svolgono formano, o meno, alla fine, un senso di identità? Interrogare l'identità, lo spazio, la spazialità, nella versione materiale e immateriale, all’interno di un team multidisciplinare, implica innanzitutto la comprensione reciproca. Precisare i concetti e il vocabolario, armonizzare le nostre domande: tale è lo scopo di questo primo incontro.
Programme EFR SPAZIDENTITÀ / Axe 2 – Création, patrimoine, mémoire