Call for papers | Convegno internazionale L’Italia come bagaglio. Migrazione, circolazioni e italianità XIX-XXI secolo

Il convegno internazionale « L’Italia come bagaglio. Migrazione, circolazioni e italianità XIXe-XXIe secolo », organizzato nell’ambito della mostra Ciao Italia ! organizzata dal Musée national de l’Immigration di Parigi, intende riunire studiose e studiosi che lavorano su queste questioni nei diversi campi disciplinari.

Convegno internazionale

L’Italia come bagaglio. Migrazione, circolazioni e italianità XIX-XXI secolo

Parigi - Museo Nazionale della Storia dell’Immigrazione/Istituto Culturale Italiano
15 e 17 giugno 2017

Questo convegno è co-organizzato per il Musée national de l’histoire de l’immigration, L’École française de Rome, L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, L’UMR Telemme, L’UMR Larha, le centre d’histoire de Sciences Po e il laboratorio europeo associato MediterraPolis (Aix Marseille Université-Université La Sapienza Rome) con il sostegno del’Institut universitaire de France.

L’emigrazione italiana nel mondo costituisce uno dei movimenti migratori più importanti della storia contemporanea. Ventisei milioni di italiane e italiani hanno lasciato la penisola a partire dal 1860. A partire dai primi anni del 2000, C’e una « nuova ondata di migrazione » degli italiani più qualificati. Queste migrazioni hanno dato origine, tanto in Italia quanto nei paesi di arrivo, ad una storiografia ricca che si è concentrata particolarmente sulle condizioni di partenza e di accoglienza dei migranti, come lo testimoniano i due volumi Partenze e Arrivi dell’importante Storia dell’emigrazione italiana (Bevilacqua, De Clementi, Franzina, 2002). Studiose e studiosi si sono, in particolare, occupati delle politiche statali verso le « colonie » (Choate, 2008) e degli effetti socio-economici dell’emigrazione (Douki, 1996). La questione dell’immigrazione è stata precipuamente affrontata in una prospettiva di differenziazione a scala continentale, in particolare tra Europa e Americhe, e di differenziazione a scala nazionale. L’attenzione si è focalizzata sulle modalità di « integrazione », spesso in un’ottica comparativa, in metropoli quali New York e Buenos Aires (Baily, 1999) o Parigi e New York (Rainhorn, 2005). Gli studi delle Little Italy, estesisi al di là del caso statunitense (Blanc-Chaléard, Bechelloni, Deschamps, Dreyfus, Vial 2007), hanno sottolineato come la dimensione territoriale e sociale del processo migratorio permettano di individuare « catene migratorie » basate sul doppio localismo (MacDonald 1964). Lo studio dell’emigrazione italiana implica infatti la presa in conto delle articolazioni tra livello locale, regionale e nazionale (Franzina, 2014).

Gli approcci diasporici (Ramirez, Pozzetta 1992 ; Tomasi 1994 ; Gabaccia 2000) e transnazionali (Tirabassi 2005, Waldinger 2006), così come gli studi sui « ritorni » (Wyman 1996) hanno contribuito al rinnovamento degli studi sulle migrazioni, invitando ad interrogare il binomio emigrazione/immigrazione per favorire un approccio più globale, nel passato come nel presente, attento a cogliere la complessità dell’insieme dello « spazio migratorio » (Simon 2008) o del « territorio circolatorio » (Tarrius 1994), così come testimoniato dalla pubblicazione del volume Migrazioni della Storia d’Italia (Corti, Sanfilippo 2009).

Questo nuovo approccio transnazionale e globale delle migrazioni invita, inoltre, ad interrogare il paradigma dell’« integrazione ». Sotto l’impulso degli ethnic studies, la storiografia nord-americana ha specificatamente rimesso in discussione la nozione, distinguendo, senza tuttavia opporle, « identità politica » e di « identità culturale ». Più generalmente, nell’ambito delle scienze sociali è stata interrogata la nozione di « italianità », concepita come « maniera d’essere o di sentirsi italiani » (Enciclopedia Treccani).

Nel prolungamento di questi lavori, appare proficuo proseguire la riflessione focalizzando l’attenzione sull’articolazione tra la circolazione delle italiane e degli italiani nel mondo e il loro rapporto all’Italia in una prospettiva tanto culturale che politica.

Le interrogazioni di cui sarà questione riguarderanno il mantenimento, la trasformazione o l’affermazione di una « cultura italiana » nell’ambito dei processi migratori. La riflessione si collocherà, pertanto, al di là delle più note questioni dell’« integrazione » o del settlement; fenomeni che si intenderà, certamente, esaminare, ma attraverso una nuova e diversa griglia analitica. In altri termini, si tratterà di cercare di capire ciò che il fenomeno migratorio fa all’« italianità »:

  • Cosa resta della cultura, delle pratiche dell’identità (delle identità) italiana (italiane) nel corso o alla fine del viaggio?
  • Gli andirivieni, i legami (economici o culturali) con la famiglia o il paese d’origine mantengono, trasformano o rinforzano quest’aspetto dell’identità dei/delle migranti?
  • Attraverso quali istituzioni, quali strutture sociali, grazie a quali supporti questi legami si costruiscono?
  • Come si trasmettono come evolvono nel corso del tempo?

Si tratterà, poi, di questionare il modo in cui il fenomeno migratorio interroga l’« italianità » in Italia: in che modo le pratiche delle/dei migranti influenzano la storia nazionale italiana, in particolare la costruzione e la natura di una forma di cittadinanza nell’ambito della quale si tratterà di prendere in considerazione l’eventuale ruolo giocato dalla dimensione localistica rinforzata da legami con italiani e italiane, ma anche compaesani e compaesane, all’estero. Si tratterà di analizzare le articolazioni tra vettori e mezzi che rendono possibile questo complesso plesso di relazioni tra italiane/italiani all’estero e storia nazionale.

Riunendo in una stessa matrice di questioni lo studio delle italiane e degli italiani, delle loro pratiche e delle loro culture (in Italia o all’estero), delle differenze tra i percorsi migratori di uomini e donne e della loro evoluzione nel corso degli ultimi due secoli, il convegno intende contribuire a produrre una storia globale e culturale delle migrazioni italiane. L’intento è quello di sottolineare tanto le specificità che le similitudini tra il fenomeno migratorio italiano e quello di altri flussi migratori.

Le comunicazioni proposte si devono iscrivere nell’ambito della problematica generale (indicata dal titolo) e, più specificatamente, in uno dei seguenti assi tematici:

  • Viaggio/Viaggi: la sessione interroga la complessità dei viaggi delle italiane e degli italiani (andate e ritorni, viaggi multipli, migrazioni a tappe), così come pure l’intermezzo tra i viaggi (attesa, transito). Saranno privilegiate riflessioni che interrogano i legami tra la forma, la durata, il ritmo del viaggio e l’« italianità » (catene migratorie, percorsi a tappe, mobilizzazioni di altre risorse in caso di difficoltà).
  • Bagaglio/Bagagli: questa sessione privilegerà un approccio materiale dei bagagli di italiane e italiani, anche se la dimensione metaforica della nozione di bagaglio sarà presa in considerazione. Ci si interrogherà sulla scelta degli oggetti, sui pericoli del viaggio (furto, perdita dei bagagli), sull’invio o sull’assenza di bagagli.
  • Carta/Carte: carte di identità, lettere, archivi familiari, stampa, diari, banconote... la carte, le carte sono al cuore del fenomeno migratorio in quanto legame tra migranti e famiglie, tra gruppi di migranti all’estero o in quanto testimonianze della migrazione per le generazioni successive.
  • Parola/Parole: come nel caso di “Carta/Carte”, si tratterà di produrre una riflessione sulla lingua italiana, di identificare e di studiarla come supporto dell’« italianità ». Un’attenzione specifica sarà portata alla lingua, alla sua evoluzione, alla sua perdita su una o più generazioni o, al contrario, sugli sforzi per conservarla. Canzoni, letteratura (aventi o meno ad oggetto il fenomeno migratorio) saranno considerate come manifestazioni specifiche e vettori della cultura italiana al di là delle frontiere nazionali.
  • Gesto/Gesti: questa sessione prenderà ad oggetto le pratiche culturali che riguardano i trasferimenti, gli scambi, le mutue influenze tra cultura d’origine dei/delle migranti equelle dei contesti nazionali di arrivo. Ci si potrà riferire tanto all’attività agricola che allo sport, alle pratiche religiose,alle tradizioni gastronomiche, alle tecniche professionali, e così via.
  • Istituzioni: questa sessione avrà ad oggetto lo studio del ruolo delle istituzioni nella fabbricazione, nel mantenimento o nel rafforzamento dell’« italianità » nel corso del processo migratorio. Il ruolo dei Consolati Generali, della Chiesa cattolica, delle associazioni potranno essere l’oggetto di analisi specifiche.
  • Temporalità: dagli anni 1870 ad oggi, il fenomeno migratorio italiano ha subito diverse forme di evoluzione o cambiamento (nei ritmi, nelle destinazioni, nelle modalità). In che misura ciò che si chiama « italianità » si è trasformata? Diversi fasi politiche (il Risorgimento, il regime fascista, gli anni di piombo, l’Italia berlusconiana...) hanno avuto un ruolo particolare in tema di migrazioni? La memoria delle migrazioni italiane ha contribuito a creare una specifica forma di « italianità »? Come l’« italianità » si trasmette in seno alla struttura familiare? Qual è il ruolo del genere in questa trasmissione (o non trasmissione)?

Proposte di comunicazione:

Le proposte di comunicazione di un massimo di 1500 caratteri (spazi compresi) sono da spedire a recherche.immigration(at)palais-portedoree.fr entro il 20 dicembre 2016, accompagnate da una breve nota biografica.
Le comunicazioni, di una durata massima di 20 minuti, potranno essere fatte in italiano, in francese o in inglese.

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Categoria : Appels à communications
Pubblicato il 09/11/2016 - Ultimo aggiornamento il 18/09/2020
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