Bambini nel « limbo ». Dati e proposte interpretative sui tofet fenici e punici, par Bruno D'Andrea
Il volume offre una sintesi generale e un’analisi critica della documentazione disponibile (diretta e indiretta) relativa ai santuari fenici e punici chiamati tofet, esaminando le diverse proposte interpretative e cercando di prospettare nuove strade e di introdurre nuovi elementi. Dopo le prime scoperte archeologiche della seconda metà del XIX sec. e, soprattutto, dopo la scoperta del tofet di Cartagine nel 1921, questi santuari sono stati considerati il teatro di sacrifici umani, in connessione con le narrazioni di alcuni autori di lingua greco-romana e con la tradizione biblica relativa a Molek/Moloch. A queste ipotesi interpretative si sono affiancate, a partire dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, alcune tesi volte a negare in tutto o in parte l’ipotesi del sacrificio : esse considerano i bambini dei tofet morti per cause naturali e deposti in questi santuari per questioni iniziatico-rituali o come mezzo di comunicazione tra il fedele e la divinità. Il dibattito resta aperto: l’esame complessivo della documentazione non permette attualmente di « uscire dal limbo », cioè di prendere una posizione definitiva sull’argomento, ma soltanto di fissare alcuni punti fermi, escludere alcune opzioni e proporre delle ipotesi.
Membro dell’École française de Rome, Bruno D’Andrea si occupa di archeologia fenicio-punica, con particolare attenzione alle questioni di carattere religioso e in particolar modo all’archeologia del rito, agli animal studies e ai cambiamenti religiosi intervenuti nel mondo fenicio e punico in età ellenistica e romana. Nel 2014 ha pubblicato I tofet del Nord Africa dall’età arcaica all’età romana: studi archeologici (Collezione di studi fenici, 45).
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