L’agenda del mese di giugno è ricca di varie attività e di numerosi annunci. Grazie all’alleggerimento delle restrizioni sanitarie, le sale di piazza Navona ritroveranno il pubblico, anche se la loro capacità rimane ridotta; inoltre, tutti gli incontri si svolgeranno ormai sia in presenza, per un numero ancora limitato di partecipanti, sia online per permettere a tutti di seguire le presentazioni e i dibattiti.

Due importanti iniziative, che avevano dovuto essere rimandate lo scorso anno a causa della crisi sanitaria, sono state riprogrammate per questo mese. Da una parte, il convegno “Le pontificat global de Pie XII, 1939-1958”, che avrebbe dovuto tenersi poco dopo l’apertura degli archivi del 2 marzo 2020. Come sappiamo, il confinamento, entrato in vigore dai giorni successivi, ha sospeso per un po’ queste ricerche, preparate all’École da ottobre 2019 con la costituzione di un gruppo di ricerca e di incontri destinati a definire gli assi da privilegiare nella scoperta e nello studio di questa eccezionale massa di documenti. La varietà dei temi che saranno affrontati nel corso di questo incontro internazionale, organizzato con l’Istituto Storico Germanico di Roma, mostra bene l’entità del rinnovamento storiografico che ci si può aspettare dall’apertura di questi archivi, essenziali per la storia del XX secolo. Questa prima tappa sarà seguita da tante altre, in collaborazione internazionale, in particolare da un programma strutturante dell’École per il prossimo quinquennale 2022-2026. D’altra parte, la grande mostra dell’Archaeological Museum in Zagreb “50 ans de recherches franco-croates”, prevista inizialmente lo scorso anno, sarà inaugurata il 14 giugno. Questa mostra celebrerà le collaborazioni sempre più strette che l’École ha intessuto con i suoi partner croati, in particolare nell’ambito di due programmi archeologici ai quali ha rinnovato il suo sostegno per i prossimi anni. Inoltre, le Écoles françaises à l’étranger saranno presenti al festival di storia dell’arte di Fontainebleau, che non aveva potuto svolgersi l’anno scorso, con una tavola rotonda comune sulle tecnologie innovative in archeologia.

La commissione di ammissione questo inverno aveva preso la decisione di rimandare le audizioni dei candidati ai posti di membro scientifico, nella speranza di svolgerle in presenza. La scommessa è stata vinta. La commissione ha potuto riunirsi, ascoltare i candidati in condizioni eccellenti a Parigi il 6 e il 7 maggio, ed apprezzare pienamente l’alta qualità dei progetti proposti. Quattro nuovi membri arriveranno a Roma il 1° settembre: saranno presentati nella newsletter del rientro. Sono ugualmente in corso le selezioni per l’accoglienza di due dottorandi contrattuali, uno nell’ambito del bando lanciato dalla rete delle Écoles françaises à l’étranger (22 candidature valide indirizzate all’EFR); l’altro nell’ambito della convenzione tra l’EFR e l’Università Aix-Marseille, rinnovata quest’anno. Tornano anche le formazioni, che possono nuovamente svolgersi in presenza, con una nuova edizione dell’atelier d’introduzione alle fonti del diritto romano (7-10 giugno) e con il lancio del bando per l’atelier di iniziazione alla ricerca destinato agli studenti di master, che abbiamo dovuto a malincuore annullare durante la crisi sanitaria.

Infine, vi invito a scoprire i 26 “programmi strutturanti” selezionati dal consiglio scientifico sulle 67 proposte ricevute. Questi svilupperanno le loro ricerche durante i cinque anni del prossimo contratto quinquennale dell’istituzione. Il grande interesse dei progetti presentati non ha facilitato la scelta finale, la quale garantisce un equilibrio tra le discipline e i terreni di competenza dell’École, così come tra le operazioni di lungo corso da proseguire e i nuovi progetti. La programmazione dell’EFR non si limita a questi programmi di collaborazione sulla lunga durata e alcune delle iniziative proposte riceveranno un appoggio sotto altre forme. Un sostegno più mirato, su periodi meno lunghi, permetterà di accompagnare non soltanto degli atelier di formazione e delle azioni di valorizzazione, ma anche dei seminari, dei corpus o degli strumenti digitali, dei progetti scientifici, istruiti da due a tre volte l’anno dal Comitato di coordinamento della politica scientifica. Questo dispositivo favorirà l’apertura, l’adattamento e la reattività alle trasformazioni della ricerca. Le pagine del sito internet dell’École si arricchiranno, alla fine dell’anno 2021, di rubriche di presentazione di queste nuove attività dei prossimi anni.

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