Il mese di gennaio si è concluso con l’evento dedicato all’attualità dei saperi e al dibattito sulle grandi questioni del nostro tempo, che si svolge ogni anno in tutto il mondo, la Notte delle idee. Per questa 6^a edizione, l’École française de Rome si è associata alla manifestazione, online e in diretta, promossa dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, partecipando ad una sequenza video: una passeggiata romana notturna guidata da Francesco Rutelli, da palazzo Farnese a Villa Medici, passando per la sede dell’École a piazza Navona e per la Trinità dei Monti. Il tema di quest’anno, “vicinanza”, ci invitava ad illustrare in questa occasione l’importanza dell’inserimento territoriale dell’École e delle sue strette collaborazioni con le istituzioni e le comunità scientifiche italiane per lo studio e la conoscenza del patrimonio. Nel seminterrato dell’edificio acquisito dall’École nel 1966, al civico 62 di piazza Navona, i resti dello stadio di Domiziano, il più celebre del mondo occidentale, il cui tracciato è rimasto iscritto nella forma della città moderna, permettono di tornare ai risultati delle ricerche effettuate dall’EFR tra il 2000 e il 2006 con i suoi partner romani, soprintendenze, archivi, università, musei e istituti stranieri: un’indagine di lunga durata sulla sedimentazione urbana e sulla riutilizzazione degli spazi attraverso i secoli e i cui materiali saranno ripresi in futuro al fine di perfezionare il percorso di visita attuale.

Il partenariato con l’Ambasciata di Francia in Italia e con l’Institut français entra inoltre in una fase di attività sostenute per l’elaborazione del programma di manifestazioni scientifiche, culturali e artistiche che accompagnerà, a partire dal mese prossimo e durante 4 anni, il grande cantiere di restauro del tetto e delle facciate laterali del palazzo Farnese, sotto il segno delle celebrazioni del 150° anniversario della presenza francese in questo monumento. Due stagisti dell’Institut national du patrimoine raggiungeranno l’École la prossima settimana per apportare il loro contributo, in questo contesto, ai progetti di conoscenza e valorizzazione del suo patrimonio verso il pubblico, dalle collezioni archeologiche, di grande interesse sia per le antichità etrusche e italiche che per l’antichità romana, fino alle incisioni e ai disegni conservati in biblioteca.

Accanto a queste azioni di diffusione della cultura scientifica, l’équipe dell’École è concentrata sulla preparazione del prossimo contratto quinquennale, 2022-2026. Il bando per dei progetti di ricerca strutturanti di una durata di cinque anni in partenariato con l’École, chiusosi il 29 gennaio, ha incontrato un gran successo con 67 progetti ricevuti. I programmi selezionati, una ventina, daranno priorità alle ricerche di terreno (archivi, biblioteche, musei, scavi, indagini etnografiche e sociologiche) per l’acquisizione ed il trattamento di dati nuovi. Attraverso questi programmi, l’EFR sosterrà la ricerca di terreno nelle sue zone geografiche di competenza (Italia, Maghreb, Balcani occidentali) e svilupperà i suoi programmi di formazione e di pubblicazione. Altri dispositivi, come dei progetti specifici di durata più breve, delle reti tematiche di ricerca, degli aiuti per la pubblicazione e l’ideazione di strumenti di ricerca, completeranno la parte “ricerca” del prossimo contratto quinquennale, attualmente in corso di definizione. Il nostro desiderio è anche quello di rinforzare il sostegno alla mobilità, per favorire i soggiorni di media e lunga durata sul campo. Nel corso di questo mese saranno pubblicati il bando per le borse in storia dell’arte Daniel Arasse per l’anno 2021-2022, in partenariato con l’Accademia di Francia a Roma, con un’attenzione particolare per le arti contemporanee e un’apertura alle prime ricerche post-dottorali; nonché il bando per le borse dell’École française de Rome per il secondo semestre 2021. L’École fa di tutto per assicurare ai ricercatori, che siano ad inizio percorso o già affermati, un’accoglienza calorosa nella sua residenza e delle condizioni di lavoro e di accesso alla documentazione che siano le migliori possibili, tenuto conto del contesto sanitario.

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